Tempi duri per tutti. Il Coronavirus, nemico subdolo e invisibile, fino a qualche giorno addietro dilagava in maniera molto preoccupante. Gli ultimi giorni, grazie alle prescrizioni del Governo e al buonsenso dei cittadini, sta dimostrando delle vulnerabilità, ma per debellarlo occorrerà ancora del tempo, come dicono gli esperti. Intanto anche gli arbitri, come tutti gli sportivi, sono fermi da diverse settimane. Quelli di Paola, in linea con altre sezioni italiane, impossibilitati a svolgere l’attività tecnica stanno proseguendo via web almeno quella didattica, con quiz regolamentari e video analisi. Ciò rappresenta per tanti ragazzi che non vanno a scuola e non lavorano, se non alcuni in modalità smart working, un diversivo in queste settimane di quarantene e isolamenti domiciliari, forse il migliore per chi vive l’arbitraggio con grande passione.

Ma qualche arbitro della Sezione di Paola, così come tanti colleghi di altri territori, lotta in prima linea contro il Covid 19 nel proprio ambito lavorativo.

Giuseppe Pate, 33 anni, è uno di questi. Giuseppe, in procinto di diventare osservatore arbitrale, svolge la professione di infermiere presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, nel reparto di malattie infettive. La sofferenza della gente ricoverata per Covid la percepisce in pieno dietro il suo scudo facciale e la tuta di protezione che indossa durante i turni di lavoro. “Quando ci presentiamo così attrezzati davanti ai pazienti percepiamo in pieno il loro spavento, le paure, le umane preoccupazioni di gente che rischia di morire. Malati stressati, chiusi anche per più di 20 giorni nella loro stanza d’ospedale, che stanno lontani dai propri affetti, consapevoli di essersi ammalati di qualcosa di terribile che potrebbe non fargli più vedere i loro cari”, ha commentato Pate.

Altri due associati paolani lavorano in corsia e percepiscono il calvario di alcuni pazienti in questi giorni difficili. Uno è il Presidente del Comitato Regionale Franco Longo, 60 anni, coordinatore infermieristico del reparto di anestesia di Paola, dove transitano i malati che presentano i sintomi del virus e mandati in rianimazione a Cetraro o Cosenza. “E’ un virus sconosciuto pericoloso anche per i giovani che sta mietendo tante vittime. Nei pazienti che vengono intubati, pienamente coscienti, percepiamo in pieno il loro timore di addormentarsi e non svegliarsi più”, ha dichiarato il Presidente CRA, il quale ha anche lanciato un altro appello ai propri arbitri, che naturalmente vale per la cittadinanza intera: “Restate a casa, rispettate le restrizioni che ci sono state imposte. Vivete in pieno la positività di questi momenti, che ci offrono la possibilità di frequentare di più l’ambiente domestico e di stare vicino ai familiari. Proprio in queste situazioni ci accorgiamo – ha concluso – del valore della libertà”.

L’altro associato di Paola che lavora in ospedale, sempre nella cittadina tirrenica, è l’assistente arbitrale di Serie A Salvatore Longo, 42 anni, tecnico sanitario di radiologia medica. Anche Salvatore ha a che fare con pazienti sospetti o casi accertati di Coronavirus: “Dai volti afflitti di queste persone trapela preoccupazione immensa per la loro vita. Quando destinati al reparto di malattie infettive sono consapevoli che chissà per quanto tempo rimarranno soltanto in compagnia di loro stessi”, ha detto a riguardo Salvatore, in campo per l’ultima volta lo scorso 22 febbraio, in Spal – Juventus.

In organico la Sezione di Paola ha altresì poliziotti e militari, impegnati invece nel garantire le prescrizioni del Governo per l’emergenza sanitaria in corso.

“In questo momento di crisi internazionale – ha commentato il Presidente sezionale Marco Maiorano a riguardo – è doveroso ringraziare tutte le persone che, quotidianamente, svolgono delle vere e proprie missioni. Mi riferisco, prevalentemente, al personale medico – sanitario, esposto in prima linea nella cura dei malati e in tutti quei soggetti che svolgono dei servizi essenziali per la comunità, come le forze dell’ordine, l’esercito, chi lavora dietro una cassa del supermercato. Siamo orgogliosi di avere, tra i nostri associati, persone impegnate quotidianamente che rappresentano, oggi più che mai, il significato di essere arbitri, garanti delle regole e che, dinanzi alle difficoltà, non fanno un passo indietro. Infine, un ultimo doveroso pensiero va a tutte le persone che non ce l’hanno fatta a vincere questa battaglia e speriamo vivamente che ci sia un’immediata ed esponenziale ripresa – ha concluso Maiorano – prima per la salute di tutti e, poi, per la rinascita di tutte le attività, di ogni genere, ad oggi ferme”.

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