La differenza tra DOGSO e SPA è stato l’argomento didattico trattato nella riunione tecnica dello scorso 6 marzo della Sezione AIA di Paola, che ha visto come relatore Federico Longo, assistente arbitrale della Commissione Nazionale per la Serie A e B, con alle spalle cinque anni di Serie C come arbitro.

L’attenzione è stata focalizzata sui criteri di valutazione che configurano la prima tipologia di fallo, quello che impedisce a una squadra l’evidente opportunità di segnare una rete, che sono quattro. Basta che decade uno di questi parametri e non si configura più il DOGSO, che è da sanzionare a livello disciplinare con un’espulsione o se siamo in area di rigore con l’ammonizione del difendente se tenta di intercettare il pallone; resta l’espulsione nel caso contrario, dettami regolamentari più volte evidenziati appunto per la presenza in platea di diversi neofiti.

Numerosi sono stati i casi proposti da Federico Longo, per una match analysis che ha sciolto ogni dubbio regolamentare. Con lo stesso strumento didattico sono stati esaminati i casi di SPA, il fallo che interrompe un attacco promettente, da punire con l’ammonizione o se in area di rigore senza provvedimenti se l’intervento non è mirato sull’avversario.  

Tematica approfondita con la fattiva partecipazione dei giovani arbitri, che hanno dimostrato di ben conoscere i quattro criteri di valutazione, anche nelle situazioni borderline, quando la differenza tra DOGSO e SPA è molto sottile e un parametro va analizzato con la massima attenzione e soprattutto, durante la prestazione arbitrale, con assoluta tempestività. Il relatore, nel rapportarsi con la platea, ha mirato a sollecitare il ragionamento che deve lasciar propendere per un caso di DOGSO o SPA. Numerose le domande, tanti i dubbi sciolti, nel corso di una lezione in cui Federico ha messo a disposizione tutta la sua esperienza maturata negli ultimi anni.

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