«Arbitrare non è solo applicare il Regolamento e andare in campo allenati, ma per ottimizzare la prestazione occorre essere intelligenti nel gestire le proprie emozioni e quelle altrui». L’aspetto psicologico, in particolare la componente emotiva, è stata l’argomentazione della lezione che lo scorso 6 novembre ha tenuto l’arbitro di Serie A, Claudio Gavillucci, agli associati di Paola, nell’ambito del tour per le Sezioni dei direttori di gara della massima serie e del campionato cadetto. Un incontro molto interessante, che andando oltre la routine delle argomentazioni tecniche ha “svelato” le caratteristiche che differenziano gli arbitri di vertice da quelli che operano nelle categorie dilettantistiche.

Prima della riunione tecnica il Presidente di Sezione, Marco Maiorano, ha colto l’occasione per presentare Gavillucci agli aspiranti arbitri che tra qualche giorno sosterranno l’esame di idoneità. E Claudio non si è tirato indietro nel trasmettere loro la giusta carica: «L’arbitraggio è un’opportunità che nessun altro sport vi offre a livelli dilettantistici. Già al primo fischio vi toccherà prendere una decisione e subire critiche; ciò vi aiuterà a diventare uomini. Ogni partita vi arricchirà».

La sala riunioni della sede sezionale paolana si è poi gremita con gli arbitri e gli osservatori, vogliosi di ascoltare il gradito ospite, della Sezione di Latina, sul “saper essere arbitro”, sulla cura dell’aspetto emotivo per ottimizzare la prestazione. La riunione è entrata nel vivo dopo la presentazione del Presidente sezionale Maiorano e il saluto del Presidente del Comitato Regionale della Calabria, Franco Longo, intervenuto in qualità di associato di Paola.

«In campo bisogna essere intelligenti nel gestire le emozioni», ha esordito Claudio, riferendosi alla gestione disciplinare e alla prevenzione. «Bisogna avere la sensibilità di comprendere gli stati d’animo di calciatori e dirigenti e regolarsi di conseguenza. Leggere in anticipo le emozioni e recepire tutti i segnali non verbali ci consente di cambiare “cosa ci gira intorno”», ha proseguito riferendosi a mass confrotation, animi esagitati e schermaglie tra i contendenti i campo; dunque al fine di gestire al meglio queste situazioni, senza infervorare ancor di più gli animi, ma cogliendo il momento opportuno per intraprendere il richiamo verbale o per assumere i provvedimenti disciplinari, affinché possano “rendere”.

Importante in questo contesto, ha posto in risalto il relatore, «non avere paura mentre si arbitra; la paura inibisce le decisioni, il controllo della paura permette invece di prendere le decisioni». Questa la sua chiosa finale, rivolta ai più giovani: «Iniziate ad allenare la vostra intelligenza emotiva. Vi serve nella vita!».

Prima dei saluti finali e del classico scambio di omaggi il Presidente Maiorano ha risaltato la qualità della riunione tenuta da Claudio: «Ha offerto diversi spunto ed è stata molto originale. L’aspetto psicologico, per l’arbitro, è fondamentale, perché la gestione delle emozioni gli consente di fare un importante salto di qualità a tutti i livelli. E’ una componente, quella psicologica, su cui dobbiamo investire molto e con la stessa intensità con cui si interviene per la parte tecnica ed atletica. L’arbitro del futuro – ha concluso – deve essere necessariamente preparato sotto ogni aspetto».

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