Una squadra di Tutor a disposizione dei nuovi arbitri. E’ l’innovativo progetto ideato dalla Sezione AIA di Paola, mirato a rendere più professionale un ruolo molto delicato, per la sua incidenza nella crescita dei neofiti. Il Tutor è infatti il primo formatore della loro vita arbitrale. Da qui la volontà di specializzare un’équipe di associati che abbiano una preparazione tecnica ottimale, ma soprattutto una grande capacità di approccio col collega inesperto per incoraggiarlo e fornirgli assistenza nelle loro prime gare.

Allo scopo sono state dettate precise linee di indirizzo agli associati che avevano dato disponibilità a far parte del team, appartenenti a qualsiasi organo tecnico ma con almeno quattro anni di tessera, come da Regolamento dell’AIA. Le disposizioni sono state date loro dal Presidente sezionale Marco Maiorano, nel corso di un incontro svolto lo scorso 12 febbraio nei locali sezionali. Questo il suo primo messaggio ai Tutor: “Sarete i primi formatori del giovane arbitro. Vi spetta il compito di impartirgli delle nozioni che il collega porterà con sé per tutta la vita. Per questo occorre un’adeguata preparazione tecnica, ‘burocratica’ e predisposizione mentale a svolgere il ruolo. Ricevuta la designazione dovrete sentire l’arbitro, presentarvi, tranquillizzarlo rispetto a ciò che gli attenderà ed iniziare a pianificare la giornata della gara”, ha detto Maiorano.

Organizzazione della trasferta insieme al ragazzo e la capacità di farlo ambientare appena a destinazione saranno fondamentali per creare la giusta empatia che deve trasmettergli sicurezza, alleviandolo da fisiologiche tensioni: “Una volta giunti al campo, è bene che il primo approccio con gli addetti ai lavori provenga dall’arbitro. Il Tutor è la sua ‘ombra’, ma non deve ‘proteggerlo’ ma indirizzarlo nei vari preliminari pre gara”, ha continuato il Presidente sezionale.

Quindi le linee di indirizzo su dove posizionarsi l’accompagnatore, consono piazzarsi tra le due panchine, nonché la raccomandazione a non assumere comportamenti ingerenti verso il giovane arbitro per non scalfire l’autorevolezza che calciatori e dirigenti si aspettano. Altro momento importante che il Tutor deve ben attenzionare, il fine gara. Un neofita mai potrà ritenersi soddisfatto dopo la prima partita: “Capite lo stato emotivo dell’arbitro ed affrontate la sua condizione in modo consequenziale. Se il ragazzo è molto deluso bisogna ‘stemperare la sua tensione’. Spesso questi giovani dopo il debutto commettono un inconsapevole e problematico errore: si giudicano in modo crudele. Noi dobbiamo fargli capire che sono fortunati di essere in un mondo dove gli errori si possono commettere, ma che consentiranno loro di diventare degli arbitri migliori e, soprattutto, delle persone migliori. Bisogna fargli capire che il bello dell’arbitraggio è che ci sarà sempre una prossima partita dove poter dimostrare di essere più bravi”, la chiosa finale del Presidente Maiorano. 

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