E’ lo strumento didattico migliore, molto utilizzato nel mondo dello sport e fortemente in voga negli ultimi anni anche nell’arbitraggio. La diffusione dei mezzi di ripresa e le piattaforme web, che consentono la visualizzazione e la condivisione di video, ne permettono l’utilizzo anche nelle categorie più basse.

La mach analysis ha rivoluzionato lo svolgimento dei raduni arbitrali, delle riunioni obbligatorie, dei semplici appuntamenti tecnici. Ciò per la possibilità che offre di esaminare a più battute le situazioni di gioco e confrontarsi sugli eventuali provvedimenti tecnici e disciplinari da adottare, ma anche sullo spostamento del direttore di gara, sulla sua reattività, sulla sua prontezza all’evento. Per gli arbitri direttamente interessati, ovvero quelli che si rivedono nel video, si tratta di un momento molto formativo, in quanto l’analisi a freddo incide in modo rilevante sull’assimilazione dei concetti. Indirizza invece tutti gli associati coinvolti nella disamina dei filmati verso una prerogativa basilare nel mondo arbitrale, l’uniformità di giudizio. A tal fine i video proiettati negli stage nazionali e diffusi anche in quelli regionali sono vidimati dal Settore Tecnico dell’AIA per i relativi provvedimenti tecnici e disciplinari.

Sulla match analysis è stata improntata la riunione tecnica del 22 gennaio 2017 della Sezione di Paola, durante la quale nessuna argomentazione ha prevalso sull’altra. In base agli episodi analizzati, infatti, sono stati richiamati e divenuti oggetto del confronto i vari aspetti dell’area tecnica, atletica, disciplinare e comportamentale. I video sono stati selezionati e catalogati dal Presidente di Sezione Marco Maiorano, che ha moderato il confronto. Gli arbitri visionati sono stati i giovani della Sezione di Paola che operano in Prima Categoria, quindi coloro che necessitano di quei correttivi che un giorno consentano loro di essere a capo di una terna arbitrale.

Durante l’analisi dei video è stata posta in risalto la tempestività con cui vanno presi i provvedimenti disciplinari, da deterrente contro eventuali “vendette” tra calciatori, tendenti a farsi giustizia da soli nel caso non ci pensasse il direttore di gara con le proprie competenze preventive e repressive.

Altro importante rilievo su cui incentrata buona parte della discussione è stata la presenza dell’arbitro vicino alle situazioni di gioco con criticità, per cui quest’ultimo non deve assumere mai atteggiamenti passivi, ma mantenere una serie di comportamenti, compresi la semplice postura e la vicinanza alle azioni di gioco, che facciano sentire la sua presenza.

L’analisi degli episodi è proseguita esaminando casi sul richiamo a calcatori e dirigenti seduti in panchina, sullo spostamento e sul posizionamento.

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