“Siate umili, mai mediocri e ricordate: ‘essere arbitri’ vuol dire emozionarsi davanti al calcio”. Sono tra i tanti messaggi che Matteo Gariglio, arbitro della Commissione Arbitri Nazionale di Serie A e B, ha rivolto il 18 aprile a sera agli associati della Sezione AIA di Paola. Gariglio, Sezione di Pinerolo, ha incontrato i colleghi paolani nell’ambito del tour per le sedi periferiche dell’Associazione dei fischietti della massima serie, programmato per sorteggio dall’AIA centrale a inizio Stagione.

Il relatore è stato introdotto dal Presidente sezionale Marco Maiorano, che tracciandone un breve profilo ha posto in risalto la sua esperienza triennale già maturata alla CAN, al culmine del percorso al nazionale iniziato nel 2012 nell’ex CAI e ‘consacrato’ nel 2021 con l’esordio in Serie A in Sassuolo – Sampdoria.

Nulla di tecnico, solo motivazionale. La lezione di Matteo ha inteso ‘caricare’ i ragazzi in aula e fornirgli consigli utili per il loro processo di crescita, farli diventare “stelle nascenti”, la cui ricerca “è alimentata dall’AIA” con le sue attività di formazione e perfezionamento tecnico, ma occorre innanzitutto “ambizione”: “E’ fondamentale, altrimenti manca lo ‘start’. Però va gestita, se no ‘vi fa a pezzi e vi fa scomparire’. Deve essere un flusso che viene dalla vostra parte e vi aiuta”. Poi il focus sul ‘talento’: “Lavoro, mestiere e tecnica non devono mai mancare nel vostro percorso, perché servono per scoprire il vostro talento”.

Ma per arrivare in alto ci vuole “esperienza”. Per maturare quella giusta “bisogna focalizzarsi sulle cose che fanno crescere, occorre ‘una maratona infinita’ di esperienza per ambire in alto”, cercando di essere sempre se stessi, ma è bene avere “anche una guida tra le persone di fiducia, per scaricare eventuali tensioni, per uno sfogo, per un consiglio”.

“Sacrificio”, parola esagerata per Matteo Gariglio nell’arbitraggio, non se inteso come attitudine alla fatica, quella quotidiana, lontana dai riflettori ma che ti fa trovare pronto per la prestazione: “Lavorare al buio per brillare in scena”.

Ed ancora: “Avere spirito di servizio per arrivare in alto”, con il solo obiettivo di raggiungere “ciò che vi fa vibrare l’anima”. Allora qualche obiettivo inizialmente “utopico” potrebbe intravedersi all’orizzonte. “Le difficoltà non mancheranno – ha continuato l’arbitro della CAN – ma tenete presente che le gioie fanno bene, ma il dolore serve per fortificarvi; quindi servono entrambi. Cerchiamo con il nostro impegno di essere gli artefici del nostro destino”.

La chiosa finale del relatore è stata sul concetto di squadra, l’affiatamento, la sana e leale competizione tra arbitri. “L’invidia, invece, è la religione dei mediocri”. In chiusura di evento il Presidente Marco Maiorano ha consegnato un omaggio e rivolto gratitudine all’ospite per gli stimoli e le motivazioni trasmesse alla giovane platea.

Fonte: www.aia-figc.it

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